UNA PASKUA SBAGLIATA

Mi piacerebbe credere come facevo un tempo. Soprattutto se il tempo da vivere è questo. Tredici mesi che iniziano a pesare sull’umore e lo rendono  immobile. La Pasqua di Resurrezione arriva senza che l’abbia attesa. 

Ho la sensazione di vivere in una sorta di Quaresima permanente, nella quale, ogni giorno, cresce l’insofferenza, l’ansia, la voglia di urlare. Siamo senza piazze, bar, sorrisi. Ci restano le bacheche dei nostri profili social, l’avatar peggiore di noi stessi. Non aiuta, non potrebbe. Le parole diventano incomprese e incomprensibili come raramente prima.

Vorrei avere fede come un tempo, credere che esista qualcuno o qualcosa in grado di darci un’indicazione per tenere la barra dritta. Invece credo che questa seconda Pasqua di pandemia, con una Quaresima iniziata nel marzo 2020, sia l’ultimo chilometro di una maratona corsa male.

Muoiono ancora 500 persone al giorno. Un numero che dovrebbe farci versare lacrime a dirotto. Invece no. Cinquecento morti: tre voli Torino-Londra che scompaiono nel nulla. Ogni 24 ore. Anche a Pasqua. 

Siamo appesi al vaccino, l’unico vero grande miracolo di questo anno orrendo. 

Un anno in cui milioni di persone non hanno potuto lavorare e dovuto imparare a sopravvivere. Quante non ce l’hanno fatta? Muoiono 500 persone al giorno e muore anche il lavoro di talmente tante altre, che quando ne scopriremo la portata sarà l’overture di un’altra tragedia. Questa volta sociale.

Pasqua di Resurrezione.  Posso, oggi, augurare qualcosa a qualcuno come si usa fare nelle feste comandate di rango uno? No, non ne sono capace. Mi sembra una Pasqua sbagliata, scritta con la C, magari con la K, che rende meglio il disorientamento, la stanchezza, la difficoltà di percorre questo ultimo chilometro di maratona sbagliata.

Spero, non auguro, che ciascuno di voi, che io, riesca a reggere emotivamente quanto basta per vedere la fine di questa lunga, infinita Quaresima. E di potere, dopo, con calma, insieme, ricordare chi non c’è più, di recuperare lucidità, empatia e voglia di sentire il calore degli abbracci.

E infine dimenticare. Almeno per un po’. 

4 Comments on "UNA PASKUA SBAGLIATA"

  1. Sempre dritto al punto! Non ci resta che aspettare e sperare.

  2. Irene Bitelli | 4 Aprile 2021 at 9:24 | Rispondi

    Vero e sincero come sempre!
    Però coraggio! Non dobbiamo mollare! Anche se distanti noi ci siamo!!!
    Buona Pasqua qualunque essa sia !!🌻🤔

    • Sante Altizio | 6 Aprile 2021 at 9:27 | Rispondi

      Ciao Bitta, non dobbiamo mollare, ma la fatica della distanza forzata condita dall’olivo e giusto timore del contagio è arma subdola. Guardare chi ti è accanto con timore è pericoloso. Che ci vaccinino presto e tutti. Grazie per esserci 🙂

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