IL DRAGO E IL ROSPO

Con il più classico dei riflessi plavloviani, il popolo del web (che per fortuna non esiste davvero), di fronte alla Lista dei Ministri presentata ieri sera da Super Mario Draghi, ha storto il naso. Più o meno come andare a cena da Cannavacciuolo e lamentarsi perchè il centro tavola non era ben abbinato con la tovaglia.

Siamo di fronte a un Governo Politico, forse di legislatura e non un Governo Tecnico, che sarebbe nato con il timer inserito. Quindi, secondo me, la lista dei ministri è da 8, e non solo per i nomi in sé, quanto per la strategia che vi sottende.

Tutti i dicasteri coinvolti in prima linea nella “guerra pandemica” sono stati confermati (Salute, Interno, Difesa e Scuola. Sì, anche scuola, perchè il nuovo ministro stava già lavorando con la inconfermabile Azzolina Lucia.) Tradotto: non ci saranno rallentamenti nell’approntare un piano vaccinale dettagliato, che tutti stiamo aspettando con ansia ogni giorno crescente.

I ministeri economici e produttivi sono blindati da Draghi stesso, con tecnici di altissimo livello (più il rientro in squadra dell’unico leghista in grado di intendere, di volere e far di conto: Giorgetti Giancarlo). I mercati finanziari e il rapporto con la UE, con la quale dobbiamo coordinare gli interventi del Recovery Plan (oltre 200 miliardi di euro) sono in cassaforte.

Immagina Ursula von der Layen che si siede al tavolo delle trattative e invece di Giuseppi, saluta Draghi. Immaginato? Bene.

Il Ministro degli Esteri è ancora Di Maio Luigi, ma solo sulla carta. Lui farà i viaggi, ma parlerà a nome di Draghi (che tutti i suoi interlocutori conoscono. Prima andavano su Google per cercare chi fosse quello di cui Trump storpiava il nome). Gli altri dicasteri sono più o meno orpelli, senza portafoglio o con portafoglio vuoto. Del resto questo Governo nasce prima di tutto per allocare la montagna di soldi in arrivo da Bruxelles, poi si vedrà se, come, quando.

C’è un Ministero alla Disabilità, bene, sulla carta. Non c’è più un Ministero allo Sport, male. Forse con la nomina dei vice ministri e dei sottosegretari capiremo meglio.

Infine c’è il rientro di Brunetta Renato, alla Pubblica Amministrazione, il vero rospo da ingoiare. Vi dirò, a me sta antipaticissimo e credo che non sia neanche tutto questo genio, ma dopo aver trascorso gli ultimi tre anni della mia vita a essere vessato dalla pubblica amministrazione per il semplice fatto di essere diventato orfano, un leggerissimo compiacimento affiora. Non vorrei, ma non riesco a contenerlo.

Chiedo venia.

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