PERSONE CHE SALVANO PERSONE

Alessandro Rocca è un uomo di TV, autore, regista, filmmaker. Il focus del suo lavoro è sempre stato il racconto della vita quotidiana delle persone, soprattutto quelle che fanno i conti con un destino cinico e baro. Alex, i suoi amici lo chiamano così, ha firmato produzioni come Radici, l’altro volto dell’immigrazione, che da anni va in onda la domenica alle 13 su Rai3,La lista del console, un documentario pluripremiato e dedicato dedicato alla figura di Pierantonio Costa, console italiano in Ruanda durante l’eccidio del 1994, African dreamers, un film nato all’interno del collettivo “Hic Sunt Leones” e formato da 7 giornalisti esperti di cose africane e di cui anche lui fa parte. Il film, bellissimo, lo trovate sulla piattaforma Chili TV.

L’ultimo piccolo capolavoro di Alex, però, non è un film, ma una barca. Chi, come me, lo conosce da vent’anni non è rimasto stupito, anzi. La barca in oggetto si chiama Resqpeople, solca il Mediterraneo, ed ha un compito ben preciso: salvare le persone che sono partite su battelli improbabili dalle coste africane in cerca di una nuova opportunità in Europa e che il mare, troppo spesso, inghiotte.

Ci siamo incontrati un paio di settimane fa davanti alla torre Maratona dello Stadio Grande Torino. Alex è un vecchio cuore granata, e i dettagli contano. Volevo che mi spiegasse il legame tra la città e quella barca, ma anche della sua scelta di farsi coinvolgere in un progetto così importante e impegnativo.

Tutto è iniziato nel 2019. A Milano c’era un gruppo di persone, tra le quali Luciano Scalettari (anche lui membro del collettivo “Hic Sunt Leones” ndr), che mi ha coinvolto. La domanda che ci si faceva era: cosa possiamo fare per evitare che ogni giorno muoiano affogate decine e decine di persone abbandonate al loro destino nel Mediterraneo. La risposta è stata facile e folle: compriamo una barca.”

Alex, in Resqpeople, si occupa della comunicazione e affianca Cecilia Strada, la figlia di Gino, che dall’ottobre del 2020 è entrata nel team. “Comunicare chi siamo e cosa facciamo non è facile. Il tema migratorio è divisivo. Sarebbe più semplice, per assurdo, fare una campagna di sensibilizzazione per combattere la fame nel mondo. Chiedere aiuto per permettere a una barca di andare in mare e salvare naufraghi che arrivano dall’Africa per cercare qui da noi una vita migliore fa storcere il naso a molti“.

La barca, però, grazie a una campagna di crowdfunding che ha funzionato alla grande è stata comperata con 400 mila euro. La scelta è caduta sulla ex Alan Kurdi, che già operava nel Mediterraneo con la ong Sea-Eye. Imbarca 9 persone di equipaggio e 10 volontari. Si tratta di medici, paramedici, mediatori culturali, esperti di soccorso in mare.

La Resqpeople, ad oggi, ha compiuto due missioni (ogni missione costa) e salvato 225 persone. Tante? Poche? “Sai cosa mi fa più arrabbiare quando rispondiamo a un sos in mare aperto? Arrivare dopo la guardia costiera libica. Quelle persone vengono portate in Libia e rinchiuse in veri e propri lager dove la sopraffazione e l’umiliazione sono la regola. Non solo: quelle motovedette le ha fornite il nostro Governo, che ha di nuovo finanziato con 30 milioni di euro dei veri e propri delinquenti. Il costo annuale della nostra barca è di 1 milione e mezzo di euro. I conti di quante persone muoiono perchè spendiamo male delle montagne di denaro fallo tu.”

Davide contro Golia, ancora una volta. Ne vale la pena Alex?Non c’è nulla di più importante che tendere la mano a qualcuno che è in difficoltà. Noi diciamo sempre che avere del tempo è importante. Bene, permettere a qualcuno di avere ancora del tempo da spendere, di aver tempo per costruirsi un futuro è impagabile, ed è ciò che mi fa credere che le persone che salvano altre persone stanno facendo non solo la scelta giusta, ma l’unica possibile.”

A sostenere l’azione di Resqpeople ci sono donatori importanti, persone famose, ma anche e soprattutto moltissime persone che fanno piccole donazioni mensili continuative.Sono il nostro equipaggio di terra, ai quali siamo grati perchè senza di loro nessuna missione sarebbe possibile.”

Da qualche mese anche io faccio parte dell’equipaggio di terra, ricevo regolarmente mail che mi comunicano lo sviluppo delle missioni in mare, degli appuntamenti pubblici, delle attività nelle scuole, delle buone e delle cattive notizie che arrivano dal Mediterraneo.

Ci sarà una terza missione? “Certo, ci stiamo lavorando. La nave adesso è a Siracusa, speriamo a breve di farle prendere il mare.”

Per aiutare Resq a continuare a salvare persone vai sul qui. Fallo, è importante. Da Torino è tutto.

Nella foto: Alex Rocca a sinistra e io a destra

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