Il decalogo dell’astensionista

gabanelli

 

Con tutto il rispetto per la valente Milena Gabanelli, credo di essere una persona abbastanza evoluta e discretamente informata. Quindi mi asterrò e il 17 aprile non andrò a votare il referendum trivellatorio. Mi sono informato, ho cercato di farlo bene e proprio per questo motivo, domenica non andrò al seggio. Credo sia la prima volta, o giù di lì, che rinuncio a un voto da quando ne ho diritto.

Le ragioni della mia astensione sono più o meno le seguenti:

1. il referendum non è popolare, ma arriva da 9 consigli regionali (e senza lo scandalaccio della ministra Guidi non se lo sarebbe filato praticamente nessuno)

2. non ho nulla in contrario che si cerchi metano e petrolio in Italia anziché importarlo con petroliere che arrivano dall’Arabia Saudita o gasdotti che partono dall’ Afganistan.

3. il tema della sostenibilità ambientale o è globale o non è (vedi alla voce: migrazioni)

4. ho votato contro il nucleare nel 1987 e non è servito a una beata mazza ( a 200 km da casa mia ci sono 5 centrali nucleari francesi che pompano a pieno regime)

5. se si vuole davvero incidere sulla qualità dell’ambiente nel quale viviamo, basterebbe impedire la costruzione e la vendita di veicoli che utilizzano il solo motore a scoppio (tecnologia del 1850). In Olanda hanno gia iniziato. Ma noi non siamo l’Olanda e ci piace vincere facile, meglio fermare 90 piattaforme estrattive e creare disagio a qualche migliaio di persone che vi lavorano, che fare a testate con Marchionne. Anche in CGIL e associati tengono famiglia.

6. Lunedì 18 aprile, dopo la vittoria del sì, non cambierà nulla di una virgola.

7. Se dopo aver letto il testo del quesito referendario avete davvero capito perché si va a votare, avete la mia massima stima.

8. Per dare un senso al voto, si è deciso di trasformare il referendum trivellatorio in un test politico (se vai a votare e voti SI’ sei contro Renzi, se voti NO sei renziano). Ecco, a me questa logica tutta italiana di trasformare  l’acqua in vino, non pare un miracolo. Pare na strunzata.

9. Votare il 17 porta sfiga

10. Se il 18 aprile, dopo la più che possibile vittoria del SI’, tutti coloro che hanno votato a favore venderanno la loro auto a benzina, gasolio, gpl, metano, non accenderanno mai più il riscaldamento in casa (se non originato da fonte energetica rinnovabile) e rinunceranno a tutti i prodotti di largo consumo derivanti da una qualsiasi filiera petrolifera, allora vorrà dire che avevo torto.

Be the first to comment on "Il decalogo dell’astensionista"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*