TESTIMONIARE LA RESISTENZA

Domani mattina andrò alla manifestazione del 25 aprile. Per la seconda volta parteciperò alla Festa della Liberazione mentre il mio Paese è impegnato a sostenere la guerra di resistenza dell’Ucraina, invasa dalla Federazione Russa il 24 febbraio 2022. Gli equilibri sono sottili, ma per quello che conta una cosa mi è chiara: sono in grado distinguere l’aggredito dall’aggressore. So riconoscere l’invasore.

Vorrei andare in manifestazione con la bandiera dell’Ucraina che ho comprato al Mix Market di Torino, in via Nizza. Un negozio di alimentari gestito da ucraini. Non lo farò perchè non ho voglia di dovermi confrontare (e inevitabilmente di litigare) con chi usa la sofferenza altrui per difendere un proprio supposto principio.

Venerdì scorso ho presentato un libro, “La neve di Mariupol“, scritto dall’inviata di guerra de La Stampa , Monica Perosino. Da due anni fa la spola tra Torino e il fronte. Leggerla prima e ascoltarla poi è stato importante.

La giornalista de La Stampa ci ha accompagnato nelle zone di guerra, ci ha raccontato cosa sta succedendo e cosa succederebbe se gli aiuti militari occidentali all’improvviso si fermassero. Soprattutto ci ha dettagliato su un punto che noi rimuoviamo: Putin ha fatto a pezzi l’equilibrio geopolitico e ora non si può più tornare indietro. Da un anno gli ucraini, grazie a questa invasione, alla distruzione delle loro case, alla morte di decine di migliaia di civili, agli stupri di massa, alle continue violazioni dei diritti umani, del diritto e delle convenzioni internazionali, odieranno per generazioni i loro cugini. Più Putin insisterà nel suo intento di conquista, più forte sarà il solco che separerà Ucraina e Russia. Gli ucraini, ha insistito Monica Perosino, non si arrenderanno mai, perchè sanno perfettamente cosa li attenderebbe: una fossa comune. Dopo indicibili torture.

Eppure, nonostante l’evidenza, c’è un gruppetto di intellettuali di casa nostra (qui il dettaglio. Leggete l’elenco dei promotori, fa accapponare la pelle), si fa promotore di un Referendum per impedire l’invio di armi italiane in Ucraina (mi vergono solo a riportarlo).

Chiedere la resa dell’Ucraina, impedire che i cittadini si difendano e abbandonarli al loro destino è, per me che vivo in un Paese nato dalla Resistenza, da una guerra civile di liberazione dal nazifascismo, inaccettabile.

Dal 1940 al 1942 abbiamo invaso e sterminato, nel 1942 siamo diventati uno Stato fantoccio alle dipendenze dirette del Terzo Reich, nell’ultima estate di guerra abbiamo permesso atrocità indicibili verso i nostri compatrioti, abbiamo partecipato attivamente alle deportazioni di cittadini ebrei fino all’aprile del 1945. Solo la Resistenza armata, senza sconti, dura, determinata e sostenuta militarmente dagli Alleati, ci ha permesso la redenzione.

Il mio 25 aprile, per la seconda volta, sarà dedicato a chi ha avuto il coraggio di morire per garantirmi la libertà di vivere come desidero, e a chi oggi lotta, in Ucraina, con ogni mezzo a sua disposizione per il proprio diritto all’autodeterminazione.

Fatevi un regalo importante: andate in libreria e acquistate il libro di Monica Perosino La neve di Mariupol. La testimonianza è sempre un valore.

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