CINQUANTASETTE

Vorrei avere più memoria dei miei 56 anni appena trascorsi. La mia linea del tempo è piena di voragini, come se non fossi più in grado di ricordare chi sono stato. Non mi riferisco tanto agli anni delle scuole elementari, quanto a quelli successivi.

Degli anni del liceo ricordo pochissimo, per esempio. Quando mi capita di incontrare qualche ex compagno di classe è lui a recuperare fatti, luoghi, aneddoti. A volte funziona e riapro file celati in angoli remoti del mio hard disk cerebrale, ma il più delle volte è come se si parlasse di un Sante di cui nulla so.

C’è di buono che quasi sempre tornano a galla ricordi che vale la pena recuperare. Percepisco l’opinione diffusa che in fondo fossi considerato un bravo ragazzo. Sicuramente migliore di quella che era ed è l’opinione che Sante ha sempre avuto di Sante.

Ancora. Vorrei ricordare con chiarezza quando Sara ha messo il primo dente o Matteo ha iniziato a camminare, ma non è così. Vorrei ricordare tutte le loro prime volte. Non le ricordo.

Quando mi interrogo sul perchè abbia così difficoltà a tenere insieme il passato, a custodirlo, a recuperarlo, non riesco mai a darmi una risposta che non sia condita da abbondanti sensi di colpa.

Ero impegnato a fare altro, pensavo ad altro, desideravo altro? No. Certo che no. Credo di avere sempre vissuto con attenzione il presente, ma forse correvo troppo veloce. Vedevo, ma non mi sono concesso il tempo per osservare e imprimere immagini in grado di resistere allo scorrere degli anni. O forse, e questa credo sia la risposta più sincera, non mi sentivo adeguato.

Inadeguato al liceo, al ruolo di figlio e fratello, a quello di marito prima e di padre poi. Quindi, perchè imprimere nella memoria l’inadeguatezza?

Uno stridio forte tra reputazione percepita e realtà. Mi sarebbe forse servito un pre-Facebook analogico, un diario dei ricordi rudimentale, uno strumento in grado di ripropormi ogni giorno i fatti salienti del mio passato e consegnarmi memoria. Ombre comprese. Ma le ombre, quelle credo di ricordarle tutte, non le ho dimenticate. Credo.

Ora che inizia l’anno numero 57, sento la necessità di rallentare un po’. Di correre solo quanto necessario, di dare al tempo più valore e agli affetti più spazio, di godere appieno di quanto di bello ancora (e per fortuna) mi succede.

Ai i buoni propositi del 31 dicembre ho sempre creduto poco, a quelli dell’11 agosto invece sì, perchè è il mio tempo. L’unico con il quale devo fare i conti. Quindi, tanti auguri a me, soprattutto a quell’io lontano che non riesco più a mettere a fuoco, perchè in fondo, quello che sono oggi lo devo a quello che sono stato, nel bene e nel male, che lo ricordi o meno.

Ho un presente che osservo con profonda gratitudine, tra qualche anno vorrei ricordarlo per ciò che è. Alla faccia del senso di inadeguatezza.

10 Comments on "CINQUANTASETTE"

  1. Tanti cari auguri Sante!

  2. Ma infatti… alla faccia del senso di inadeguatezza sul quale ti invito a rileggerti da “bravo ragazzo” a “Sante.”
    Tanti auguri!

  3. Consapevolezza, alla fine conta solo quello, senza alcun senso di colpa. È vero, siamo il prodotto di ciò che abbiamo vissuto e il bene e il male hanno danzato insieme per concederci la possibilità di evolverci in fondo in essere unici. La memoria esiste per essere labile ed ogni cosa c’è per esserci in questo immenso puzzle che è composto dalle nostre vite. Auguri Sante!!! 🥰

  4. Quanti anni fa ci siamo incontrati Sante?
    Non lo so più…un secolo fa o un minuto fa…sembra ieri, il parcheggio delle Gru?
    Si, forse…
    Oggi scrivo e mi commuovo, mi succede sempre quando ti leggo ..per questo modo meraviglioso che hai di usare le parole, di saperti raccontare…quanto sono belle le tue debolezze…ti voglio bene, tanti auguri.

  5. Carla Lassandro | 11 Agosto 2023 at 10:15 | Rispondi

    Meraviglioso il tuo racconto.
    Rileggilo ogni tanto, merita.
    Buon compleanno Sante♥️🌹

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