NON UCCIDERE vs NON RUBARE

“Non uccidere” è il comandamento numero 5, “Non rubare” è il numero 7. Le tavole delle Legge ci dicono quindi che uccidere è più grave che rubare. Vabbè, lo si capiva anche senza Mosè e il roveto ardente.  Nulla è scritto su “uccidere chi ruba”, e qui, invece, sarebbe stato utile che un codicillo alle Tavole ci fosse stato. Sulla legittima difesa, il buon Dio, anche quello degli ebrei, quello prima di Gesù di Nazareth, che addirittura porge l’altra guancia, tace. Peccato.

Devo confessarlo: ogni qual volta leggo “Rapinando reagisce al rapinante, lo ferma, lo blocca, lo fa arrestare”, io gongolo e il piccolo Punisher che è in me intona cori da stadio. Poi però, se dopo due giorni, il rapinante esce (pare che succeda molto spesso a sentire le varie sigle sindacali delle Forze dell’Ordine) l’ex rapinando inizia a cacarsi nei pantaloni e qualunque Punisher diventa Paperoga. Vorrei vedere voi.

Andiamo alla cronaca. Dalle parti di Ivrea una rapina, qualche giorno fa, è andata male, molto male. Un tabaccaio spara e uccide nottetempo un ladro, che gli stava svaligiando, insieme a due compari, il negozio. Il ladro era un ragazzo moldavo di 24 anni.

Il tabaccaio è un “eroe”? NO! È un “assassino”. Da Palazzo Chigi, all’ultima bacheca social piovono certezze in un senso o nell’altro.

Invece, il sottoscritto si pianta in asso, mi si azzera l’analisi, non riesco a elaborare. Ho subito, come tutti, dei furti in strada (da ragazzo e da adulto), mi hanno rubato due volte la macchina (una 500 e una 126), mi hanno svaligiato malamente casa (anni fa) e, più recentemente, due simpaticoni si sono spacciati per nuovi inquilini e si sono intrufolati nell’appartamento dei miei genitori, ormai anziani e poco reattivi, portandogli via il portabile.

Dentro di me, in ognuna di queste occasioni, ha parlato una sola unica voce: “se li prendo li ammazzo”. Poi per fortuna ti calmi, ti fai una tisana e vai a fare denuncia, ma è in quel momento, mentre racconti, compili, cerchi dettagli utili alle indagini, che incrociando lo sguardo del maresciallo capisci che è tempo perso per tutti e due. Capisci che il piccolo furto che hai subito (“Poteva andarle peggio, mi creda. Non è assicurato?”) resterà impunito.

Ecco, se devo dire una cosa, anche di fronte a un ragazzo morto a 24 anni perchè rubava nottetempo in un negozio, è importante che l’impunità smetta di essere una categoria associata ai piccoli reati, che non passi l’idea che denunciare sia inutile,  tanto non li prenderanno mai. Anche perchè il passo successivo è un tabaccaio, che pensa, poi dice, poi si fa giustizia da solo.

Lo so ci vorrebbe la politica. Ma non c’è più.

 

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