BOOK PRIDE – Italia Rossa giorno 30

Non avrei mai pensato di commuovermi fin quasi alle lacrime entrando in un magazzino. Eppure è successo. Ieri, alle 10 del mattino, varcando l’ingresso del più grande deposito di libri esistente in città, il luogo dove i librai vanno a fare il pieno.

Prendete nota: in pochi lo sanno, ma le librerie, sebbene chiuse per decreto, possono ricevere prenotazioni e consegnare a domicilio, sempre per decreto. Sì, lo so, suona strano, ma ditemi cosa suona normale in queste settimane e poi ne riparliamo.

Nella veste di quasi libraio (non entro nel dettaglio, molti di voi sanno, chi non sa lo prenda per buono) ho rischiato la sorte (non mi ci vedo a spiegare con successo a un vigile urbano generico medio cosa faccio nella vita) e sono andato a ritirare i libri che “ante Covid” avevo ordinato.

È stato il mio primo sprazzo di quasi normalità dopo un mese di auto reclusione (sì certo, esco per andare a fare la spesa un paio di volte a settimana e per andare a prendere le badanti e portarle da Rocco, però insomma…).

Il magazzino apre per qualche ora, due volte a settimana. La filiera del libro è quasi compromessa. Cercare di non farla morire mi sembra doveroso. Gli editori non stampano, le librerie non vendono, tutti coloro che vogliono leggere si aggrappano ad Amazon. Ancora un mesetto così e salutiamo per un pezzo l’editoria italiana.

Quando sono entrato ero solo. Il magazzino era illuminato a giorno, il silenzio assoluto e avevo di fronte a me una montagna di libri di ogni colore, genere e dimensione. Intendiamoci, non sono così colto e compulsivo nella lettura da trovare i libri intriganti come la Tinì Cansino di Drive In, ma anche i libri hanno un loro indiscutibile fascino anche non indossano un tanga.

E poi sono o no il presidente di una associazione culturale il cui unico scopo statutario è promuovere la lettura in ogni sua forma e con qualunque mezzo?

Tradotto in soldoni: proverò a dare una mano a una libreria torinese a consegnare i libri a domicilio. C’è Glovo per le pizze, c’è Amazon per le mille vaccate che quotidianamente compriamo on line (io no, in verità) e, a Torino, c’è il BookPostino per i libri (se volete dettagli fatemi sapere).

Ho bisogno di riappropriarmi di almeno un pezzetto di ciò che ero un mese fa.

 

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