La vita è Adecco

Sante Altizio

 

La mia prima e unica lettera di licenziamento è datata 1° aprile 2014. Mi è stata consegnata, dopo 23 anni di onorato servizio, come si distribuiscono i tovaglioli a tavola, con un gesto quasi distratto, senza una parola.

A riceverla siamo stati, nello stesso momento e con le stesse modalità, in 6. In una sala riunioni che, in passato è stata anche una sagrestia. Non c’era tensione, la lettera era attesa, ma il gesto, privo di qualunque empatia, ha trasformato un momento drammatico come la perdita del posto di lavoro, in una gag da avanspettacolo. Qualcuno di noi rideva, in fondo era il primo giorno di aprile, ma non si trattava di uno scherzo. Stavamo per essere gettati nel tritacarne, ma ancora non ne eravamo pienamente consapevoli.

A tre anni di distanza la consapevolezza è piena e amara.

Ho sempre lavorato da allora, non mi sono mai arreso al destino del disoccupato, ho aperto partita IVA e cercato, con ostinazione, di far rendere al meglio il bagaglio di competenze accumulato in quasi un quarto di secolo.

Però, e devo dirlo con franchezza 36 mesi dopo, il quadro è scoraggiante. Per chi, come me, si è sempre occupato di giornalismo, tv, documentaristica e affini, è davvero un gran casino. E poi ho 51 anni e una competenza significativa in un ambito che interessa pochi: quello religioso. Definirla “partenza ad handicap” mi sembra un bell’eufemismo.

Tutti coloro che non operano sotto l’ombrello protettivo dell’ 8 per Mille, con il quale la Chiesa Cattolica finanzia i propri media (Avvenire, Sir e Tv2000 in testa) sono morti o stanno per morire. Alcune Diocesi tengono vivi, sopportandoli più che supportandoli,  i propri settimanali, fanno sopravvivere ancora qualche radio e qualche residuale emittente tv, gestiscono qualche discreto sito internet. Poca, pochissima roba.

Al di fuori della protezione economica garantita dalla Conferenza Episcopale Italiana, si trovano solo tracolli più o meno lenti, Famiglia Cristiana compresa.

La domanda che a 1096 giorni dal licenziamento  (ad opera di un editore cattolico, vale la pena ricordarlo) continuo a farmi è: cosa posso fare per tornare ad avere un potere d’acquisto pre-licenziamento? 

Vedo due strade: 1. sperare, mentre mi sbatto a trottola come free lance, in una botta di culo 2. bussare alla porta dell’ Adecco con il mio CV in mano.

Le percorro in parallelo, metti mai. In fondo, la vita è Adecco.

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