Anche a Torino è partita la corsa delle Primarie del Centro Sinistra. Gli elettori, i militanti e i simpatizzanti, tra due settimane, sceglieranno il loro candidato alla successione di Chiara Appendino. Di sicuro sarà un uomo, visto che tra i 4 in lizza, non si sono donne.
In ordine alfabetico abbiamo: Igor Boni (candidato di +Europa), Enzo Lavolta (iscritto al PD area rosso-verde), Stefano Lo Russo (candidato in pectore del PD, sponsorizzato dal buon vecchio Chiamparino) e Francesco Tresso (candidato civico, il più indipendente tra quelli in lizza).
Da bravo elettore chiamato a esprimere la preferenza, sono andato a leggermi curricula e programmi dei candidati. I profili dei 4 sono interessanti. C’è competenza tecnica, studio, frequentazione della macchina comunale (fondamentale), esperienze lavorative di peso, ma a carisma siamo messi così così. Non che sia determinante, ma aiuterebbe.
Nessuno che faccia palpitare il corazon e, per tutti, poca fantasia nell’approccio alle questioni cittadine. Lo so, siamo torinesi. Basso profilo, sempre e comunque.
I programmi sono molto simili tra loro e, inevitabilmente generici. Anzi, se vi fate un giro sul sito del candidato super civico (almeno sulla carta) del centro destra (Paolo Damilano), scoprirete che anche il suo programma potrebbe benissimo non sfigurare alle primarie del Centro Sinistra. Insomma: conta la faccia, come la racconti e, soprattutto, contano gli endorsement.
Visto che io ho un tarlo (non voterò nessuno che in un ipotetico ballottaggio faccia un apparentamento con il M5s), ho scritto (attraverso Facebook) a tutti e 4 i candidati chiedendo: “Buongiorno, avrei bisogno di una risposta circa il suo rapporto con il M5s. Conferma che qualora si trovasse nella condizione, non stringerà con loro alcun accordo elettorale tra primo e secondo turno? Per me la questione è dirimente. Grazie.” Tra l’altro il M5s torinese è talmente a pezzi che, ad oggi, non ha idea di chi candidare a Palazzo Civico.
Mi hanno risposto Igor Boni e Enzo Lavolta. Il primo è stato abbastanza netto: “Non credo sarebbe opportuna una alleanza o un apparentamento ufficiale“. Il secondo molto fumoso. Anzi, a dire il vero, amici comuni che seguono la sua campagna elettorale mi hanno detto chiaramente: “Accordo necessario, bisogna battere le destre”. Per me è una minchiata solenne, ma vabbè. Fatti loro.
Da Lo Russo, in via ufficiosa, mi hanno confermato ciò che già sapevo (“Dobbiamo partire dagli errori e parlare a chi nel 2016 ha votato Appendino e che oggi è deluso. Non dobbiamo pensare ad accordi che la maggior parte dei cittadini non capirebbe.”), da Tresso nessuna risposta. Non vale il silenzio assenso, ma so che l’aperturismo è ben visto, ma per motivi diversi rispetto a Lavolta. Tresso si è circondato da persone più fuori dagli schemi e meno barricadere di me (Paolo Verri, mito assoluto, su tutti).
Ad oggi, quindi, voterò Lo Russo (o Tresso in seconda istanza). Boni meriterebbe più attenzione, ma è debole. Lavolta, è in gamba, ma non se ne parla.
Sarò un essere semplice, ma adesso, mentre scrivo, il Centro Sinistra, a Torino, è all’opposizione (dura) di una giunta pentastellata che non cava un ragno dal buco manco a morire, con un personale politico scarso e idee da fantasilandia. Delle due l’una: o fanno opposizione per finta o sono io che non ho strumenti cognitivi adatti.
Per non farmi mancare nulla ho chiesto lumi anche ai miei contatti torinesi in Italia Viva e Azione. “Raga, ma voi che fate?”. Risposta più o meno univoca: “Facciamo casino. Qualcuno vuole andare con il Centro Sinistra, qualcuno con Damilano e qualcun altro sogna ancora il Terzo Polo”. Geni.
Preso da sconforto ho scritto via messenger al miglior Sindaco che Torino abbia avuto da quando l’elezione del sindaco è diretta, Valentino Castellani, chiedendo: “Buongiorno professore, sto seguendo un po’ le primarie. Ho perso le tracce del Terzo Polo, che mi sembrava la vedesse coinvolta. Ci sono prospettive?”.
Questa la risposta: “Più che un Terzo Polo mi sono speso per tenere insieme il civismo e i piccoli partiti dentro il recinto del Centro Sinistra. In confronto Sisifo era un dilettante! Sono molto preoccupato della frammentazione. Forse Baumann aveva ragione: tutto sta diventando liquido.”
Enzo Lavolta non è un indipendente ma un iscritto al PD. Informati.
Stai sereno, correggerò. Grazie per la precisazione.