Cari Compagni

Vi immagino festanti, compagni dai campi e dalle officine, il governo dei padroni e delle banche è stato finalmente sconfitto. Draghi Mario, servo del capitale amerikano con la k, è stato annientato dalle istanze popolari che ora possono marciare vittoriose verso il Sol dell’Avvenire.

Ok compagni che siete in tripudio bifocale tra Facebook e Twitter, ora potete svegliarvi. A mandare a casa il Lupo Cattivo sono stati un po’ di scappati di casa prestati alla politica, dei razzisti di razza padana e un drappello di amici di Mubarak. Voi a ruota, di scorta. Bucata. Figo eh? Che successo, che strateghi, che visione! Persino Vladimiro tovarish Putin gongola suonando la balalaica nella sua dacia. Apoteosi.

Ma adesso, cari compagni, che si fa? Si diventa adulti una buona volta, oppure no? Lo so che stare all’opposizione è figo e non impegna, che se vai al governo poi tocca dare ragione a Rino Formica, ma così al prossimo giro ci toccherà un premier donna. E non sarà la nipote di Nilde Iotti. Nemmeno quella del succitato ex presidente egiziano.

Forse però è giusto così. Sono mesi che sulle vostre bacheche social, cari amici di Sinistra con la S maiuscola, si leva alta e colta la voce del dissenso a favore del proletariato minacciato dalle politiche del banchiere.

Ma voi, sinceramente, ditemi: cosa ne sapete del proletariato e zone limitrofe? Scusate se mi permetto, ma essendo un lavoratore precario dal conto corrente altrettanto precario, quindi, in teoria, un capitolo del vostro programma politico, vorrei pregare voi saldi nelle vostre certezze ideologiche strettamente autoreferenziali, di non occuparvi più di me e di quelli come me.

Ve lo chiedo per almeno due ragioni.

La prima: nessuno tra coloro che conosco personalmente e che milita con veemenza a Sinistra con la S maiuscola è (per fortuna) povero, disoccupato o precario. Parlare pontificando di questi temi solo per sentito dire è come vedere YouPorn e sostenere al bar di essere grandi amatori. La seconda: la tattica della tela di Penelope funziona nell’Odissea, non in Parlamento. Se a metà strada ricominci da capo, perdi tutto, fai la figura del fesso e freghi quelli come me che magari stavano intravedendo un fioco barlume all’orizzonte.

Per cui, per favore, potete dedicarvi ad altro? Almeno per un po’, dimenticate la politica e godetevi il vostro stipendio pubblico, la docenza universitaria, la pensione maturata con il retributivo, la congrua liquidazione, i diritti acquisiti, la casa al mare e in montagna, la quattordicesima. Riposate un giro. Fate solo danni compagni, tantissimi danni.

Sì, sono invidioso delle vostre certezze economiche e sociali, lo so, sono una brutta persona. Sono di sinistra, ma con s minuscola, e anni di precarietà mi hanno peggiorato il carattere. Chiedo scusa.

Con quasi immutato affetto.

Sempre vostro, Sante

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