Dice

 

Chiara Appendino, di anni trentuno, Sindaca di Torino da un anno e mezzo, per motivare le proprie difficili scelte di gestione economica della Città, ha criticato duramente chi ha governato Torino negli ultimi trent’anni: Castellani Vittorio, Chiamparino Sergio, Fassino Piero.
Investimenti sbagliati, dice, opere pubbliche inutili, dice, Olimpiadi senza senso. Dice. Le conseguenze sono il dissesto economico. Dice.
Quello che finge di non sapere, perché visto che è laureata alla Bocconi (dice) di sicuro finge, è che senza Castellani, Chiamparino e Fassino, chiamati a prendere le redini di una città che aveva perso la FIAT è tutto ciò che ne è conseguito, lei ora sarebbe sindaca di una modesta e malferma cittadina della periferia milanese ai piedi delle Alpi.

Alla Bocconi, che sta a Milano, oltre a insegnare Economia, qualche nozione di “Storia contemporanea di casa tua” la elargiscono, o pare brutto?

Le opzioni torinesi del dopo FIAT erano nell’ordine: stacippa, questa stracippa, questa megacippa. Chi c’era, ricorda. Il futuro sembrava un buco nero e faceva paura. C’ero e ricordo. E ricorda anche mio padre, operaio in catena di montaggio a Mirafiori.

Non è che, solo perché sei giovane, e tuo padre è un industriale, hai il diritto di non sapere. O, peggio, fingere di non sapere. Dico.

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