NIGEREIDE 4 – Compagni di viaggio

Martedì 22 gennaio. Sera

Terra. Nel senso che il lungo viaggio da Niamey a Zinder si è brillantemente concluso. Qui si trova l’altra base del CISV. Se quella di Niamey mi era sembrata spartana, qui si sfiora lo scoutismo d’assalto. Nella mia stanzetta, al primo piano di una palazzina bianca tutto sommato decorosa, non c’è nulla. Solo un letto a una piazza e mezza (molto bene), ma della lunghezza adatta a un pigmeo non altissimo (male). C’è un’ampia zanzariera (bene), che però segnala la presenza di numerose zanzare (molto male). La celletta monacale di una suora di clausura in penitenza, ha un tasso di comfort maggiore.

Il cesso è in comune (no problem), ma non è un bagno, è proprio un cesso. Senza acqua calda (no problem) e senza acqua corrente (almost problematic). Ci sono un paio di capienti secchi d’acqua. Il water è molto vissuto e adagiato su mattoni rossi, il lavandino non è ancorato al muro, se ti appoggi, cade. Sarà bellissimo.

A questo punto sono doverose due parole sui miei compagni di ventura:

Sara. Quattro decadi ben portate, veterinaria. Ha fatto a lungo la cooperante in Africa occidentale, collabora da diversi anni con il CISV. È qui per valutare l’andamento dei progetti in corso. Interroga e da i voti. Come una prof al liceo. Dicono sia severa, ma si sussurra aiuti i suoi genitori a gestire un agriturismo nell’astigiano. Anche le prof hanno un cuore tenero.

Marta. Trentenne originaria dell’opulento e operoso varesotto padano, è la responsabile dei progetti CISV in Niger. Cooperante compulsiva, ha messo su casa a Niamey con un altro cooperante. Va da sé che se dovessero procreare, metterebbe al mondo piccoli cooperanti. Marta mangia poco, dorme poco e patisce il freddo. In Niger. Il freddo. Mah…

Pino da Bari. È lui che ha condotto il Rav4 in porto fino a  Zinder. Classe 1964, agronomo. Cooperante di lungo corso, dall’età indefinibile, solca l’Africa Occidentale come Capitan Zanetti arava la fascia sinistra di San Siro. Bevitore seriale di birra nigerina e fumatore professionista di sigarette locali. Un benefattore del Made in Niger. Lo chiamano Kurz, il colonnello pazzo di Apocalypse Now. Però lui sorride. “Lui” Pino, non Kurz. 

Marco, Bello di cognome. Caso classico che smentisce i pilastri della teoria dell’ omen-nomen. Non è bello, ma è un tipo. Gran Capo della spedizione, giornalista professionista, ex cooperante in Burkina Faso, è alto più di un tutsi e pesa quanto un tutsi a dieta. È fissato con i mirtilli e, si muove con la padronanza di chi da del “tu” alla sabbia. Con lui ci si sente al sicuro.

Sono esausto. Mi auguro che le zanzare abbiano pietà di me.

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