Torino s’è desta

La vulgata racconta che il torinese sia “falso e cortese“. Balle. Piuttosto tende a essere “pirla“. Che sa di lombardo, ma rende meglio l’idea.

Tra una settimana inizia l’Ostensione della Sindone più lunga degli ultimi 5 secoli. Arriveranno in pellegrinaggio almeno in due milioni. Un quarto almeno saranno stranieri.

In questi giorni più volte ho sentito cittadini subalpini lamentarsi dell’imminente evento. “Ma chi paga?“, “I pellegrini non spendono“, “Non si potrà girare per il centro“, e amenità simili.

Credo siano gli stessi che criticavano la Torino Olimpica (“meglio usare tutti quei soldi per fare i giardinetti“), le isole pedonali in centro (“i negozianti non vendono“), il ToBike (“tanto le bici le rubano“), la metropolitana (“una sola linea non serve“). Se non sono gli stessi, sono loro parenti.

Torino si avvia a vivere tre mesi straordinari: Ostensione, Bicentenario di Don BoscoTorino Capitale Europea dello Sport, nuovo allestimento al Museo Egizio, grandi mostre nei vari palazzi del Polo Reale. Sarà un’estate che darà fiato alla città e alla sua economia. Alberghi, bar, ristoranti, musei, taxi (viva Uber), luoghi d’arte, mostre, librerie e tutto l’indotto collegato ad ognuno di questi comparti.

Torino s’è desta.

Di cultura e turismo si può campare. Eccome.

Alla faccia dei pirla. Sempre meno, ma ancora troppi.

Be the first to comment on "Torino s’è desta"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*