Tre culi, una chiappa

 

Non avendo il dono della coerenza strutturale, e difettando anche di quella parziale, evito di andarmi a rileggere il post di chiusura del 2017. Per quello che ricordo, avevo il morale di un tacchino statunitense a metà giugno: assai perplesso sul proprio destino.

E’ andata meno peggio di quanto pensassi. Sono persino riuscito a pagare le tasse senza dover dare un’altra mannaiata ai miei scarni risparmi. Già solo per questo dovrei stappare una bottiglia di prosecco, di quello buono. E stasera lo farò.

Nel 2017 ho fatto tre lavori: “Altizio servizi editoriali“, “Altizio servizi per la comunicazione“, “Altizio servizi per l’infanzia“. Inutile dire che il terzo è quello che mi diverte di più, inutilissimo dire che non guadagno per tre, ma che in tre guadagniamo quasi per uno.

Come dire: farsi il culo triplo e ritrovarsi solo con una chiappa.

Nel 2018 spero di continuare a fare tre lavori, di continuare a divertirmi con i bambini, a portare libri in bicicletta e a fare finta di essere un po’ giornalista, un po’ filmaker, un po’ regista, un po’ copywriter, un po’ creativo.

Dovrò farmi ancora il culo triplo, e sono quasi certo che la chiappa continuerà ad essere una sola, e spero di pagare le tasse senza dover immolare i miei due euro accantonati in un conto segreto alle Cayman (l’invidia del povero è terribile).

Non ho altri buoni propositi, anche perchè ho già 51 anni e da 3 giorni ho anche un mal di schiena che mi fa smadonnare.

Infarcite il vostro nuovo anno di buoni propositi anche per me. Grazie e  Auguri.

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